Cerimonia Sant’Antonio Abate – Anno 2018
Come da antica consuetudine anche quest’anno nella parrocchia di S. Maria Assunta in Castel di Sangro, si è svolto il tradizionale rito della benedizione del pane e del bestiame in onore di S. Antonio Abate alla presenza di numerosi fedeli. Il rito è stato celebrato dal parroco Don Domenico Franceschelli
Al termine sulle note dell’antica canzone di Lu’ Sant Andonie è stato acceso il falò le cui fiamme hanno riscaldato i cuori dei fedeli.
-Nella tradizione popolare l’appuntamento con il falò di Sant‘Antonio rappresenta il momento in cui il mondo agricolo attende il risveglio della natura. Non a caso, tra i proverbi milanesi uno recita: “A Sant‘Antonio un’ora buona” per significare che dal 17 gennaio si guadagna un’ora di luce, segno che la stagione primaverile si sta avvicinando.
I fuochi notturni vogliono significare purificazione e incoraggiamento alla luce del giorno ad avanzare dopo il Solstizio d’inverno.
Si credeva pure che, se la fiamma del rogo fosse salita dritta verso il cielo, l’annata agricola sarebbe stata buona.
Infine l’usanza di accedere grandi fuochi dipende dal fatto che S. Antonio è conosciuto come guaritore di una malattia cutanea caratterizzata da bruciore e arrossamento, nota con il nome di “ Fuoco di S. Antonio”, che in passato veniva curata con il grasso di maiale.
Quest’animale è spesso rappresentato a fianco del Santo: secondo la leggenda, infatti un giorno S. Antonio si recò all’inferno, insieme al suo maiale, per rubare il fuoco al diavolo e regalarlo agli uomini.
Insieme al falò, un’altra usanza è quella della benedizione degli animali, una pratica un tempo molto diffusa e che oggi resiste nelle zone a forte vocazione rurale.