La processione del Venerdì’ Santo
Castel di Sangro è una graziosa cittadina della provincia dell’Aquila, in Abruzzo, all’estremo sud dell’Abruzzo, al confine con il Molise.
Nonostante i bombardamenti dell’Agosto 1943, ha conservato intatti tutti i suoi splendidi monumenti barocchi. Nella città vi sono tre confraternite: quella dei SS.Crispino e Crispiniano , quella del S. Rosario e l’Arciconfraternita di Orazione e Morte. E’ una processione molto antica e suggestiva, che ha avuto la configurazione attuale nel XVIII secolo.
L’arciconfraternita di Orazione e Morte ha sede nell’omonima chiesa di Castel di Sangro ed è lei che custodisce la statua del Cristo morto.
Siccome la processione pomeridiana parte dalla Basilica dell’Assunta (dove ci sono l’Addolorata e la Croce), la mattina del Venerdì santo l’Arciconfraternita trasporta il Cristo morto alla basilica. Siccome alle 10 di mattina Cristo non è ancora morto (morirà 5 ore dopo), il cataletto con la statua è coperto da un prezioso velo bianco.
La piccola processione attraversa il colle e sale fino alla Basilica dell’Assunta, Il Cristo morto viene quindi posizionato accanto l’Addolorata.
E’ una vera particolarità questa processione: in genere, è la statua dell’ddolorata che viene trasferita nella chiesa dove è custodito il Cristo morto.
Verso sera le confraternite di Castel di Sangro si riuniscono nella Basilica dell’Assunta assieme a una moltitudine di fedeli per le funzioni religiose e alla sua fine intorno alle 18: parte la suggestiva processione del Cristo morto.
La tradizione vuole che, in segno del lutto universale, non sia presente nemmeno la banda: infatti la processione è animata solo dalle preghiere e dai canti dei fedeli.
In testa alla processione c’è la confraternita di SS. Crispino e Crispiniano (tunica bianca e mozzetta viola): essa apre la processione con la loro croce della Passione, lignea, semplici, con affissi tutti i simboli della Passione di Cristo.
Quindi, viene la confraternita dei SS. Rosario (tunica bianca e mozzetta nera), anch’essa con una croce della Passione, ma molto più ricca e complessa, con particolari in argento.
Vengono quindi i fedeli, il parroco della basilica e l’Arciconfraternita di Orazione e Morte.
Quest’Arciconfraternita, con tunica nera, cappuccio nero, bavaro bianco e medaglione dorato, porta la terza e ultima croce della Passione: questa però è molto semplice, d’ebano, senza i simboli della Passione, ma con un grosso drappo bianco a simboleggiare il sudario della deposizione.
Segue quindi il Cristo morto, adagiato su una lettiga decorata da drappi e veli e “sorvegliato” da quattro angeli; tutt’intorno quattro “lampioni”. Da notare la “coperta” dove è adagiata la bara, non è nera come dovrebbe essere, ma un velo bianco.
Ed ecco quindi l’Addolorata, completamente vestita di nero e con un fazzoletto in mano; questo simulacro non è portato dall’Arciconfraternita, ma da lavoratori ovviamente vestiti di nero, diversi ogni anno.
Chiudono la processione le autorità municipali e il gonfalone comunale di Castel di Sangro.
La processione attraversa tutte le strade del paese, ad un passo un po' lento, e infatti ecco perchè la processione esce con gli ultimi raggi del sole, rientra a sera inoltrata, alle 20 circa, illuminata dalle suggestive luci dei monumenti Il momento più suggestivo della processione è il rientro del Cristo morto con il “bacio” della Madonna.
Quando la processione passa, davanti la chiesa di Orazione e Morte, l'omonima Arciconfraternita rientra assieme alla bara del Cristo morto: avviene così il “seppellimento”.
La Madonna dà allora l’ultimo saluto a suo Figlio: la statua della Vergine viene portata in cima alla scalinata della chiesa, davanti il Cristo morto; questi viene sollevato e, molto lentamente, la Madonna si china per baciarlo. E' un momento molto commovente che caratterizza questa processione. Il Cristo quindi rientra e i portoni della chiesa vengono chiusi, mentre la Madonna riprende il suo doloroso cammino verso la chiesa matrice.